Ho sempre ragionato sull’oriente senza preconcetti, è indubbio che oramai la manifattura in quasi tutti i settori proviene da quelle zone ed i migliori prodotti del cosiddetto “mondo industrializzato occidentale” sono fatti in Asia, l’esempio che calza meglio è rappresentato dal costoso e moderno Iphone, tutta la tecnologia con il marchio della mela è prodotta in Cina, ma è la migliore al mondo,ed allora, perché si parla di “prodotto cinese” per marcare cose di qualità scadente?
La qualità di un prodotto, oggi più che mai, non ha nulla a che fare con il luogo di produzione, probabilmente sulla pessima performance di alcuni prodotti hanno molte più responsabilità gli acquirenti occidentali, che obbligano le fabbriche asiatiche a produrre materiale sempre più economico per aumentare i loro margini di profitto.
Comunque, nei frequenti viaggi ho visto la Cina da una diversa prospettiva, ed ogni volta resto affascinato dalle esperienze che maturo frequentando quello che per me è un mondo nuovo.
Balza all’occhio l’età delle persone che si incontrano negli store, nelle fabbriche e, spesso, anche negli aereoporti o nelle stazioni, sono quasi sempre giovani, molto giovani, i cinquantenni ed i sessantenni raramente si incrociano sui luoghi di lavoro, forse uno dei più grandi errori qui in Italia lo ha fatto la Fornero, probabilmente era il caso di far uscire prima dal mondo del lavoro gli italiani per dare spazio alle nuove generazioni.
Comunque, sarà perché sono tutti giovani, sarà perché è una economia che corre e si vende tutto, dal cibo alle auto alle case, ogni momento della giornata è pieno di clienti che chiedono e fornitori che consegnano, per ottimizzare il lavoro, che non concede tregua, hanno uno spirito di squadra che qui da noi si è perso, per essere sinceri, qui in ufficio, in fabbrica, nei luoghi di lavoro in generale, ognuno tende un po’ a pensare ai fatti suoi, si interfaccia con gli altri “da solo” ed il famoso concetto che uniti si vince e che un gruppo riesce ad ottenere risultati migliori è pura fantasia, spesso i colleghi negli uffici si disprezzano e cercano di mettere in cattiva luce i loro compagni di stanza, qualunque cattiveria è fatta pur di ottenere un po’ più di libertà o per togliersi dai piedi “l’altro o l’altra” che viene sempre visto come un nemico.
Quando al mattino vedo l’apertura dei negozi a Shanghai resto sempre di stucco, nelle agenzie immobiliari, che hanno spesso anche 20 o 30 dipendenti, la persona che gestisce il gruppo di impiegati li raccoglie sulla porta , in fila e li carica con parole di stimolo, li invita a fare di più, a cooperare, il risultato non si ottiene se un singolo vende un appartamento in più, ma se tutti assieme vendono 20 appartamenti in più, si stimola il lavoro di gruppo.
Ma questo succede in tutte le attività, date uno sguardo al filmato che ho girato al cambio di turno di un fast food tipo Mc Donald’s, guardate come inizia il turno di lavoro, con tutti, ma proprio tutti gli addetti che ballano con la loro caposquadra davanti all’ingresso del locale, riuscite ad immaginare una cosa simile qui da noi? Credete che i martiri della legge Fornero qui in Italia, a 60 e passa anni hanno più voglia di ballare con la loro caposquadra prima del turno di lavoro? Pensate che in un gruppo di lavoratori dipendenti qui, dove l’individuo di 48 o 49 anni probabilmente è il più giovane si possano più stimolare le voglie? Quali voglie, dopo i 60 anni ognuno sa che non farà più carriera e non vede l’ora di smettere.
Qualcuno dirà che le persone mature possono trasmettere le conoscenze ai lavoratori giovani, è vero, è giusto, anzi, è giustissimo, ma dove sono i giovani a cui trasmettere quanto si è appreso negli anni?
Al mio ultimo viaggio, alla stazione dei treni di Hongqiao, mi sono guardato intorno ed ero l’unico a sfiorare i 60 anni, così anche all’aereoporto a Pudong, stavo notando questo perché ormai da giorni, in tutte le fabbriche e per strada, non ho incontrato persone della mia età, solo giovani.
Ma quando il mio aereo è arrivato a Fiumicino, ed ho percorso il triste tratto che porta ai trenini per raggiungere la stazione Termini ho visto un mondo fatto di dipendenti ultracinquantenni che fanno da sfondo ad una Italia che ha perso i contatti con la realtà, ma quando ricominceremo a mettere a posto le cose? Ma cosa fanno i nostri ragazzi fino a 30 a 40 anni in casa o in giro a cercare un lavoro che non c’è anche perché è ancora svolto dai loro genitori e qualche volta dai loro nonni. E poi, un italiano che trova un impiego a 35 anni dovrebbe essere felice, e ne ha anche tutte le ragioni, ma qualcuno gli spiegherà un giorno che ha già perso 15 anni di vita? Che poteva essere al lavoro prima dei 20 anni?
Come sempre sto scivolando verso una polemica sterile ed inutile, sto diventando un vecchio rompipalle che vede solo cose storte, ma guardate questo video, ecco cosa si fa quando non ci sono vecchiacci a rompere le scatole,e, vi assicuro, il servizio ed i panini in quel fast food erano eccellenti, mi piacerebbe vedere anche qui in Italia una capacità di gestione del lavoro come questa.